DANNO DA FERMO AMMINISTRATIVO ILLEGITTIMO – Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Ordinanza n. 13173/23 del 15.05.23

DANNO DA FERMO AMMINISTRATIVO ILLEGITTIMO

Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Ordinanza n. 13173/23 del 15.05.23

In tema di danno da fermo amministrativo illegittimo, tra le varie voci risarcibili va inclusa quella concernente la perdita di valore del mezzo a causa della prolungata indisponibilità dello stesso, quale componente del danno emergente, la cui esistenza ed il cui ammontare sono sottoposti agli ordinari oneri probatori, che possono essere soddisfatti anche con il ricorso alle presunzioni, dalle quali si può trarre conferma della volontà della parte di godere materialmente del proprio bene secondo il suo uso normale. (In applicazione del suddetto principio, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata che – negando il risarcimento del danno all’attore, sul rilievo che quest’ultimo non avesse fornito prova dell’acquisizione di un veicolo sostitutivo per il periodo di blocco del proprio mezzo e del costo legato al noleggio del predetto veicolo – si era limitata a trasporre automaticamente alla fattispecie i criteri di liquidazione riferibili alla diversa situazione, sotto il profilo fattuale e dell’area del danno risarcibile, della indisponibilità del bene da “fermo tecnico” del veicolo).

Ordinanza Corte di Cassazione

RESPONSABILITA’ DELL’ENTE PUBBLICO PER RUMORI MOLESTI PROVENIENTI DALLA STRADA – Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Sentenza n. 14209/23 del 23.05.23

RESPONSABILITA’ DELL’ENTE PUBBLICO PER RUMORI MOLESTI PROVENIENTI DALLA STRADA

Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Sentenza n. 14209/23 del 23.05.23

La P.A. è tenuta ad osservare le regole tecniche o i canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni e, quindi, il principio del neminem laedere, con ciò potendo essere condannata sia al risarcimento del danno (artt. 2043 e 2059 c.c.) patito dal privato in conseguenza delle immissioni nocive che abbiano comportato la lesione di quei diritti, sia la condanna ad un facere, al fine di riportare le immissioni al di sotto della soglia di tollerabilità, non investendo una tale domanda, di per sé, scelte ed atti autoritativi, ma, per l’appunto, un’attività soggetta al principio del neminem laedere.

Sentenza Corte di Cassazione

DANNO DA LESIONE DEL RAPPORTO PARENTALE – Corte di Cassazione Civile, Sez. Terza, Ordinanza n. 13540/23 del 17.05.23

DANNO DA LESIONE DEL RAPPORTO PARENTALE

Corte di Cassazione Civile, Sez. Terza, Ordinanza n. 13540/23 del 17.05.23

Al fine di liquidare il danno non patrimoniale spettante ai congiunti del soggetto macroleso, il giudice deve fare riferimento a tabelle che prevedano specificamente idonee modalità di quantificazione del danno, come le tabelle predisposte dal Tribunale di Roma, le quali, fin dal 2019, contengono un quadro dedicato alla liquidazione dei danni cd. riflessi subiti dai congiunti della vittima primaria in caso di lesioni, a differenza dalle tabelle del Tribunale di Milano, che – pur essendosi adeguate, nella loro più recente versione, alle indicazioni della Suprema Corte, prevedendo una liquidazione “a punti” in riferimento alla liquidazione del danno non patrimoniale derivante da perdita del rapporto parentale – non altrettanto hanno fatto, allo stato, in riferimento alla liquidazione del danno dei congiunti del macroleso.

Ordinanza Corte di Cassazione

OBBLIGO ASCOLTO MINORE NEI PROCEDIMENTI ABLATIVI DELLA RESPONSABILITA’ GENITORIALE – Corte di Cassazione Civile, Sez. Prima, Sentenza n. 10788/23 del 21.04.23

OBBLIGO ASCOLTO MINORE NEI PROCEDIMENTI ABLATIVI DELLA RESPONSABILITA’ GENITORIALE

Corte di Cassazione Civile, Sez. Prima, Sentenza n. 10788/23 del 21.04.23

La Corte territoriale ha eluso l’obbligo del giudice dell’ascolto diretto in relazione all’adozione di un provvedimento sostanzialmente ablativo della responsabilità. Nella specie non solo il minore non è mai stato ascoltato né dal giudice, né da persona da lui incaricata in ordine al suo inserimento in comunità, ma la Corte afferma addirittura che l’ascolto sarebbe “superfluo” dal momento che il minore era rappresentato dal curatore e che comunque il minore aveva manifestato agli operatori le sue opinioni, senza alcuna indicazione, nonostante la delicatezza della decisione da assumere.

Sentenza Corte di Cassazione

RIPARTIZIONE DEI DANNI A TERZI TRA LOCATORE E CONDUTTORE – Corte di Cassazione Civile, Sez. Terza, Sentenza n. 10983/23 del 26.04.23

RIPARTIZIONE DEI DANNI A TERZI TRA LOCATORE E CONDUTTORE

Corte di Cassazione Civile, Sez. Terza, Sentenza n. 10983/23 del 26.04.23

In tema di danni da cose in custodia, poiché la responsabilità ex art. 2051 c.c. implica la disponibilità giuridica e materiale del bene che dà luogo all’evento lesivo, al proprietario dell’immobile locato sono riconducibili in via esclusiva i danni arrecati a terzi dalle strutture murarie e dagli impianti in esse conglobati, di cui conserva la custodia anche dopo la locazione, mentre grava sul solo conduttore la responsabilità per i danni provocati dagli accessori e dalle altre parti dell’immobile, che sono acquisiti alla sua disponibilità.

Sentenza Corte di Cassazione

IMPROCEDIBILITA’ DEL RICORSO IN CASSAZIONE NON TELEMATIZZATO DAL 1° GENNAIO 2023 – Corte di Cassazione Civile, Sez. prima, Ordinanza n. 10689/23 del 20.04.23

IMPROCEDIBILITA’ DEL RICORSO IN CASSAZIONE NON TELEMATIZZATO DAL 1° GENNAIO 2023

Corte di Cassazione Civile, Sez. prima, Ordinanza n. 10689/23 del 20.04.23

E’ divenuta operativa, a partire dal 1° gennaio 2023 (in forza della disposizione dell’art. 35, comma 2, d.lgs. n. 149 del 2022), la disposizione dell’art. 196-quater disp. att. c.p.c. riguardante l’obbligatorietà del deposito telematico di atti e di provvedimenti, sicché dalla predetta data i ricorsi per cassazione devono essere depositati, a pena di improcedibilità, in modalità telematica, salve le eccezioni appositamente specificate.

Ordinanza Corte di Cassazione

PRIVA DI VALORE PER L’ADOZIONE LA DISPONIBILITÀ DEI PARENTI AD ACCOGLIERE I MINORI, MANIFESTATA DOPO L’INTERVENTO DELL’AUTORITÀ – Corte di Cassazione Civile, Sez. prima, Ordinanza n. 9167/23 del 03.04.23

PRIVA DI VALORE PER L’ADOZIONE LA DISPONIBILITÀ DEI PARENTI AD ACCOGLIERE I MINORI, MANIFESTATA DOPO L’INTERVENTO DELL’AUTORITÀ

Corte di Cassazione Civile, Sez. prima, Ordinanza n. 9167/23 del 03.04.23

Il rapporto significativo previsto dalla legge sull’adozione deve consistere in una relazione di cura e accudimento dei minori preesistente all’intervento della pubblica autorità tra i soggetti che chiedono l’affido e le minori. Nel caso di specie la Corte d’appello ha dato atto che gli zii non risultano essersi presi cura delle bambine sottraendole alla situazione di degrado e di abuso ampiamente descritta nelle sentenze di primo e secondo grado.

Ordinanza Corte di Cassazione

CLAUSOLE ABUSIVE NEI CONTRATTI CON CONSUMATORI: FASE ESECUTIVA – Corte di Cassazione Civile, Sez. Unite, Sentenza n. 9479/23 del 06.04.23

CLAUSOLE ABUSIVE NEI CONTRATTI CON CONSUMATORI: FASE ESECUTIVA

Corte di Cassazione Civile, Sez. Unite, Sentenza n. 9479/23 del 06.04.23

Il giudice dell’esecuzione:

  1. in assenza di motivazione del decreto ingiuntivo in riferimento al profilo dell’abusività delle clausole, ha il dovere – da esercitarsi sino al momento della vendita o dell’assegnazione del bene o del credito – di controllare la presenza di eventuali clausole abusive che abbiano effetti sull’esistenza e/o sull’entità del credito oggetto del decreto ingiuntivo;
  2. ove tale controllo non sia possibile in base agli elementi di diritto e fatto già in atti, dovrà provvedere, nelle forme proprie del processo esecutivo, ad una sommaria istruttoria funzionale a tal fine;
  3. dell’esito di tale controllo sull’eventuale carattere abusivo delle clausole – sia positivo, che negativo – informerà le parti e avviserà il debitore esecutato che entro 40 giorni può proporre opposizione a decreto ingiuntivo ai sensi dell’art. 650 c.p.c. per fare accertare (solo ed esclusivamente) l’eventuale abusività delle clausole, con effetti sull’emesso decreto ingiuntivo;
  4. fino alle determinazioni del giudice dell’opposizione a decreto ingiuntivo ai sensi dell’art. 649 c.p.c., non procederà alla vendita o all’assegnazione del bene o del credito;
  5. se il debitore ha proposto opposizione all’esecuzione ex art. 615, primo comma, c.p.c., al fine di far valere l’abusività delle clausole del contratto fonte del credito ingiunto, il giudice adito la riqualificherà in termini di opposizione tardiva ex art. 650 c.p.c. e rimetterà la decisione al giudice di questa (translatio iudicii);
  6. se il debitore ha proposto un’opposizione esecutiva per far valere l’abusività di una clausola, il giudice darà termine di 40 giorni per proporre l’opposizione tardiva – se del caso rilevando l’abusività di altra clausola – e non procederà alla vendita o all’assegnazione del bene o del credito sino alle determinazioni del giudice dell’opposizione tardiva sull’istanza ex art. 649 c.p.c. del debitore consumatore.

Sentenza Corte di Cassazione

NOMINA DEL CURATORE SPECIALE NEL PROCEDIMENTO EX ART. 250 C.C. – Corte di Cassazione Civile, Sez. Prima, Ordinanza n. 8762/23 del 28.03.23

NOMINA DEL CURATORE SPECIALE NEL PROCEDIMENTO EX ART. 250 C.C.

Corte di Cassazione Civile, Sez. Prima, Ordinanza n. 8762/23 del 28.03.23

Nel procedimento disciplinato dall’art. 250 c.c., come novellato dall’art. 1 della I. n. 219 del 2012, teso al riconoscimento del figlio che non abbia compiuto i quattordici anni, quest’ultimo non assume la qualità di parte, per cui la nomina di un curatore speciale è necessaria solo ove il giudice lo ritenga opportuno in considerazione del profilarsi, in concreto, di una situazione di conflitto di interessi.

Ordinanza Corte di Cassazione

INCAPACITA’ A TESTIMONIARE – Corte di Cassazione Civile, Sez. Unite, Sentenza n. 9456/23 del 06.04.23

INCAPACITA’ A TESTIMONIARE

Corte di Cassazione Civile, Sez. Unite, Sentenza n. 9456/23 del 06.04.23

L’incapacità a testimoniare disciplinata dall’articolo 246 c.p.c. non è rilevabile d’ufficio, sicché, ove la parte non formuli l’eccezione di incapacità a testimoniare prima dell’ammissione del mezzo, detta eccezione rimane definitivamente preclusa, senza che possa poi proporsi, ove il mezzo sia ammesso ed assunto, eccezione di nullità della prova. Ove la parte abbia formulato l’eccezione di incapacità a testimoniare, e ciò nondimeno il giudice abbia ammesso il mezzo ed abbia dato corso alla sua assunzione, la testimonianza così assunta è affetta da nullità, che, ai sensi dell’articolo 157 c.p.c., l’interessato ha l’onere di eccepire subito dopo l’escussione del teste ovvero, in caso di assenza del difensore della parte alla relativa udienza, nella prima udienza successiva, determinandosi altrimenti la sanatoria della nullità. La parte che ha tempestivamente formulato l’eccezione di nullità della testimonianza resa da un teste che si assume essere incapace a testimoniare, deve poi dolersene in modo preciso e puntuale anche in sede di precisazione delle conclusioni, dovendosi altrimenti ritenere l’eccezione rinunciata, così da non potere essere riproposta in sede d’impugnazione.

Sentenza Corte di Cassazione