SUICIDIO ASSISTITO: LA CORTE COSTITUZIONALE RIBADISCE GLI ATTUALI REQUISITI E NE PRECISA IL SIGNIFICATO – Corte Costituzionale, Sentenza n. 135/24 del 01.07.24

SUICIDIO ASSISTITO: LA CORTE COSTITUZIONALE RIBADISCE GLI ATTUALI REQUISITI E NE PRECISA IL SIGNIFICATO

Corte Costituzionale, Sentenza n. 135/24 del 01.07.24

Nella perdurante assenza di una legge che regoli la materia, i requisiti per l’accesso al suicidio assistito restano quelli stabiliti dalla sentenza n. 242 del 2019, compresa la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, il cui significato deve però essere correttamente interpretato in conformità alla ratio sottostante a quella sentenza. Tutti questi requisiti: a) irreversibilità della patologia, b) presenza di sofferenze fisiche o psicologiche, che il paziente reputa intollerabili, c) dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale, d) capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli – devono essere accertati dal servizio sanitario nazionale, con le modalità procedurali stabilite in quella sentenza.

Sentenza Corte di Cassazione

IL DIVIETO DI CANCELLAZIONE DELL’AVVOCATO DALL’ALBO DURANTE IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE: QUESTIONE DI COSTITUZIONALITA’ – Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili, n. 19197/24 del 12.07.24

IL DIVIETO DI CANCELLAZIONE DELL’AVVOCATO DALL’ALBO DURANTE IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE: QUESTIONE DI COSTITUZIONALITA’

Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili, n. 19197/24 del 12.07.24

Le Sezioni Unite civili, rilevata l’impossibilità di un’interpretazione costituzionalmente orientata della disposizione normativa, hanno sollevato questione di legittimità costituzionale, in relazione agli artt. 2, 3, 4, 35, 41 Cost., dell’art. 57 della legge 31 dicembre 2012, n. 247, che reca il divieto di deliberare la cancellazione dell’avvocato dall’albo durante lo svolgimento del procedimento disciplinare, nella parte in cui non prevede deroghe al divieto allorquando la perdurante iscrizione all’albo comporti la lesione di diritti fondamentali del professionista.

Ordinanza Corte di Cassazione

COMPETENZA TRIBUNALE PER I MINORENNI E ORDINARIO: ART. 38 DISP. ATT. C.C. – Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile n. 15154/24 del 30.05.24

COMPETENZA TRIBUNALE PER I MINORENNI E ORDINARIO: ART. 38 DISP. ATT. C.C.

Corte di Cassazione, Sez. Prima Civile n. 15154/24 del 30.05.24

L’art. 38, comma 1, disp. att. c.c. si interpreta nel senso che, per i procedimenti di cui agli artt. 330 e 333 c.p.c., la competenza è attribuita in via generale al Tribunale dei minorenni, ma, quando sia pendente un giudizio di separazione, di divorzio o ex art. 316 c.c., e fino alla sua definitiva conclusione, in deroga a questa attribuzione, le azioni dirette ad ottenere provvedimenti limitativi o ablativi della responsabilità genitoriale, proposte successivamente e richieste con unico atto introduttivo dalle parti (così determinandosi un’ipotesi di connessione oggettiva e soggettiva), spettano al giudice del conflitto familiare, individuabile nel Tribunale ordinario, se sia ancora in corso il giudizio di primo grado, ovvero nella Corte d’appello in composizione ordinaria, se penda il termine per l’impugnazione o sia stato interposto appello.

Ordinanza Corte di Cassazione

INFORTUNIO DELLO STUDENTE A SCUOLA – Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile n. 14720/24 del 27.05.24

INFORTUNIO DELLO STUDENTE A SCUOLA

Corte di Cassazione, Sez. Terza Civile n. 14720/24 del 27.05.24

La responsabilità per i danni causati dall’alunno a sé stesso è di tipo contrattuale (da ultimo Cass. 2114/ 2024), con la conseguenza che spetta al convenuto, e dunque al Ministero, la prova della non imputabilità del danno, prova che può essere fornita ovviamente anche per presunzioni.

Ordinanza Corte di Cassazione

MUTUO BANCARIO: OMESSA INDICAZIONE DEL REGIME DI CAPITALIZZAZIONE COMPOSTO DEGLI INTERESSI – Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15130/24 del 29.05.24

MUTUO BANCARIO: OMESSA INDICAZIONE DEL REGIME DI CAPITALIZZAZIONE COMPOSTO DEGLI INTERESSI  

Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15130/24 del 29.05.24

In tema di mutuo bancario, a tasso fisso, con rimborso rateale del prestito regolato da un piano di ammortamento «alla francese» di tipo standardizzato tradizionale, non è causa di nullità parziale del contratto la mancata indicazione della modalità di ammortamento e del regime di capitalizzazione «composto» degli interessi debitori, per indeterminatezza o indeterminabilità dell’oggetto del contratto né per violazione della normativa in tema di trasparenza delle condizioni contrattuali e dei rapporti tra gli istituti di credito e i clienti.

Sentenza Corte di Cassazione

ECCEZIONI NUOVE IN APPELLO: ESAME ATTI DI CAUSA – Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15364/24 del 03.06.24

ECCEZIONI NUOVE IN APPELLO: ESAME ATTI DI CAUSA

Corte di Cassazione, Sez. Unite Civili n. 15364/24 del 03.06.24

Le eccezioni in senso lato sono rilevabili d’ufficio o proponibili dalla parte interessata anche in appello, ove i fatti sui quali si fondano, sebbene non precedentemente allegati dalla stessa parte, emergano dagli atti di causa; dovendo perciò reputarsi che il principio valga anche nel caso in cui l’eccezione di giurisdizione rimessa all’iniziativa del convenuto sia stata già sollevata, ed in appello si solleciti solo la sua rivalutazione alla luce del materiale probatorio già in atti.

Sentenza Corte di Cassazione

AFFIDAMENTO CONDIVISO: REGOLA GENERALE DEROGABILE IN CASO DI PREGIUDIZIO PER IL MINORE – Corte di Cassazione, Sez. Prima, Ordinanza n. 12474/24 del 08.05.24

AFFIDAMENTO CONDIVISO: REGOLA GENERALE DEROGABILE IN CASO DI PREGIUDIZIO PER IL MINORE

Corte di Cassazione, Sez. Prima, Ordinanza n. 12474/24 del 08.05.24

La regola dell’affidamento condiviso costituisce la scelta tendenzialmente preferenziale (cfr. Cass. n. 6535 del 2019) onde garantire il diritto del minore “di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori”, tanto che, avendo in tal modo dimostrato il legislatore di ritenere che l’affidamento condiviso costituisca il regime ordinario della condizione filiale nella crisi della famiglia (cfr. Cass. n. 1777 del 2012), la sua derogabilità, neppure consentita in caso di grave conflittualità tra i genitori (cfr. Cass. n. 5108 del 2012), risulta possibile solo ove la sua applicazione risulti “pregiudizievole per l’interesse del minore” (cfr. Cass. n. 977 del 2017).

Ordinanza Corte di Cassazione

SOSPENSIONE FERIALE E CAUSE CONCERNENTI L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO DI CONIUGE E FIGLI – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 12946/24 del 13.05.24

SOSPENSIONE FERIALE E CAUSE CONCERNENTI L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO DI CONIUGE E FIGLI

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 12946/24 del 13.05.24

Ai giudizi o ai procedimenti di revisione delle condizioni di separazione o di divorzio, nei quali si discuta del contributo di mantenimento o dell’assegno divorzile nelle varie forme, resta applicabile la disciplina sulla sospensione dei termini processuali nel periodo feriale, salvo che non ricorra il decreto di riconoscimento dell’urgenza della controversia (art. 92 Ord. Giud.) nel presupposto che la sua ritardata trattazione possa provocare grave pregiudizio alle parti.

Sentenza Corte di Cassazione

PIGNORAMENTO PRESSO TERZI: OMESSA DICHIARAZIONE DEL TERZO – Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Sentenza n. 11864/24 del 02.05.24

PIGNORAMENTO PRESSO TERZI: OMESSA DICHIARAZIONE DEL TERZO

Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Sentenza n. 11864/24 del 02.05.24

Nel procedimento di espropriazione presso terzi, se l’atto di pignoramento notificato non contiene la specifica quantificazione del credito pignorato, su istanza del creditore (ex art. 486 c.p.c.) si deve procedere all’accertamento endoesecutivo dell’obbligo del terzo, ai sensi dell’art. 549 c.p.c., anche in caso di non contestazione da parte del terzo pignorato rimasto silente, posto che il meccanismo della ficta confessio può operare solo quando l’allegazione del creditore consente la compiuta identificazione del preteso credito nei confronti del debitor debitoris.

Sentenza Corte di Cassazione

TASSO D’INTERESSE E RITARDO NEI PAGAMENTI NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI – Corte di Cassazione, Sez. Unite civile, Sentenza n. 12449/24 del 07.05.24

TASSO D’INTERESSE E RITARDO NEI PAGAMENTI NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI

Corte di Cassazione, Sez. Unite civile, Sentenza n. 12449/24 del 07.05.24

Se il titolo esecutivo giudiziale – nella sua portata precettiva individuata sulla base del dispositivo e della motivazione – dispone il pagamento di “interessi legali”, senza alcuna specificazione e in mancanza di uno specifico accertamento del giudice della cognizione sulla spettanza di interessi, per il periodo successivo alla proposizione della domanda giudiziale, secondo il saggio previsto dalla legislazione speciale relativa ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (ex art. 1284, comma 4, c.c.), la misura degli interessi maturati dopo la domanda corrisponde al saggio previsto dall’art. 1284, comma 1, c.c., stante il divieto per il giudice dell’esecuzione di integrare il titolo.

Sentenza Corte di Cassazione