AZIONE REVOCATORIA: SCISSIONE SOCIETARIA – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 5089/25 del 25.02.25

AZIONE REVOCATORIA: SCISSIONE SOCIETARIA

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 5089/25 del 25.02.25

L’azione revocatoria ordinaria ex art. 2901 c.c. dell’atto di scissione societaria, diretta alla declaratoria di inopponibilità del negozio al creditore, è devoluta alla competenza della sezione specializzata in materia di impresa, poiché, pur non introducendo una controversia relativa a rapporti tra società, soci e organi sociali, e pur non risultando diretta ad incidere, come l’opposizione ex artt. artt. 2506-ter, 2503 e 2503-bis c.c., sulla scissione, privandola di efficacia erga omnes, investe un tipico atto dell’organizzazione societaria, che, in quanto produttivo di un pregiudizio per la garanzia patrimoniale del creditore e in quanto posto in essere in presenza delle condizioni soggettive previste alternativamente dal comma 1, nn. 1 e 2, del cit. art. 2901 c.c., entra a far parte della causa petendi dell’azione proposta, qualificando il corrispondente giudizio come relativo a un rapporto societario.

Sentenza Corte di Cassazione

DANNO DA MANCATO GUADAGNO DEL LOCATORE – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 4892/25 del 25.02.25

DANNO DA MANCATO GUADAGNO DEL LOCATORE

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 4892/25 del 25.02.25

Il diritto del locatore a conseguire, ai sensi dell’art. 1223 c.c., il risarcimento del danno da mancato guadagno a causa della risoluzione del contratto per inadempimento del conduttore non viene meno, di per sé, in seguito alla restituzione del bene locato prima della naturale scadenza del contratto, ma richiede, normalmente, la dimostrazione, da parte del locatore, di essersi tempestivamente attivato, una volta ottenuta la disponibilità dell’immobile, per una nuova locazione a terzi, fermo l’apprezzamento del giudice delle circostanze del caso concreto anche in base al canone della buona fede e restando in ogni caso esclusa l’applicabilità dell’art. 1591 c.c.

Sentenza Corte di Cassazione

ASCOLTO DEL MINORE: QUANDO LE DICHIARAZIONI RESE NON BASTANO – Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 2947/25 del 06.02.25

ASCOLTO DEL MINORE: QUANDO LE DICHIARAZIONI RESE NON BASTANO

Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 2947/25 del 06.02.25

L’ascolto del minore (nel caso in esame, infradodicenne) e le dichiarazioni rese dallo stesso, anche quando ricorrano elementi tali da ritenere che siano espresse con maturità e consapevolezza, non possono costituire l’esclusivo elemento in base al quale valutare il superiore interesse del minore e assumere la decisione richiesta, in un quadro di rapporti familiari altamente conflittuali, nell’ambito dei quali siano stati accertati – come nel presente caso, senza che vi sia stata impugnazione sul punto – comportamenti apertamente ostativi, ostruzionistici e manipolativi da parte di un genitore atti a limitare consistentemente l’esercizio della bigenitorialità dell’altro, comportamenti risultati recessivi solo a seguito della differente collocazione del minore.

Ordinanza Corte di Cassazione

RESPONSABILITA’ DEI SOCI PER DEBITI TRIBUTARI DI SOCIETA’ ESTINTA – Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 3625/24 del 12.02.25

RESPONSABILITA’ DEI SOCI PER DEBITI TRIBUTARI DI SOCIETA’ ESTINTA

Corte di Cassazione, Sez. Unite civili, Sentenza n. 3625/24 del 12.02.25

Nella fattispecie di responsabilità dei soci limitatamente responsabili per il debito tributario della società estintasi per cancellazione dal registro delle imprese, il presupposto dell’avvenuta riscossione di somme in base al bilancio finale di liquidazione, di cui al 3^ (già 2^) co. dell’art. 2495 cod. civ., integra, oltre alla misura massima dell’esposizione debitoria personale dei soci, una condizione dell’azione attinente all’interesse ad agire e non alla legittimazione ad causam dei soci stessi;

questo presupposto, se contestato, deve conseguentemente essere provato dal Fisco che faccia valere, con la notificazione ai soci ex artt. 36 co. 5^ d.P.R. n. 602/73 e 60 d.P.R. 600/73 di apposito avviso di accertamento, la responsabilità in questione, fermo restando che l’interesse ad agire dell’Amministrazione finanziaria non è escluso per il solo fatto della mancata riscossione di somme in base al bilancio finale di liquidazione, potendo tale interesse radicarsi in altre evenienze, quali la sussistenza di beni e diritti che, per quanto non ricompresi in questo bilancio, si siano trasferiti ai soci, ovvero l’escussione di garanzie;

la verifica del presupposto dell’avvenuta riscossione di somme in base al bilancio finale di liquidazione, concernendo un elemento che deve essere dedotto nella fase di accertamento da indirizzarsi direttamente nei confronti dei soci ex art. 36 co. 5^ d.P.R. n. 602/73, non può avere ingresso nel giudizio di impugnazione introdotto dalla società avverso l’avviso di accertamento ad essa originariamente notificato, quand’anche questo giudizio venga poi proseguito, a causa dell’estinzione della società per cancellazione dal registro delle imprese, da o nei confronti dei soci quali successori della società stessa.

Sentenza Corte di Cassazione

In sintesi:

  • La responsabilità dei soci di una Srl estinta per debiti tributari è limitata a quanto effettivamente riscosso in base al bilancio di liquidazione.
  • Spetta al Fisco provare la riscossione delle somme.
  • La questione della riscossione non può essere affrontata nel giudizio di impugnazione dell’avviso di accertamento originario.

DIRITTO AGLI ALIMENTI: STATO DI BISOGNO INVALIDITA’ AL LAVORO E CONDIZIONI PATRIMONIALI – Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 31555/24 del 09.12.24

DIRITTO AGLI ALIMENTI: STATO DI BISOGNO INVALIDITA’ AL LAVORO E CONDIZIONI PATRIMONIALI

Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 31555/24 del 09.12.24

Il diritto agli alimenti è legato alla prova non solo dello stato di bisogno, ma anche della impossibilità di provvedere, in tutto o in parte, al proprio sostentamento mediante l’esplicazione di un’attività lavorativa, sicché, ove l’alimentando non provi la propria invalidità al lavoro per incapacità fisica o l’impossibilità, per circostanze a lui non imputabile, di trovarsi un’occupazione confacente alle proprie attitudini e alle proprie condizioni sociali, la relativa domanda deve essere rigettata (Cass.21572/2006). È stato altresì precisato (Cass. 11889/2015; Cass. 33789/2022) che lo stato di bisogno deve essere connotato da una oggettiva impossibilità di soddisfare i bisogni primari con proprie fonti o attingendo anche da una rete solidale, per quanto non giuridicamente vincolante e però sostanzialmente fruibile e continuativa e deve essere valutato in relazione alle effettive condizioni dell’alimentando, tenendo conto di tutte le risorse economiche di cui il medesimo disponga, compresi i redditi ricavabili dal godimento di beni immobili in proprietà o in usufrutto, e della loro idoneità a soddisfare le sue necessità primarie.

Ordinanza Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 31555/24 del 09.12.24, ha chiarito importanti aspetti del diritto agli alimenti, un tema cruciale per chi si trova in difficoltà economiche.

Principi Fondamentali

  • Stato di bisogno: Non è sufficiente una generica difficoltà economica, ma deve sussistere un’oggettiva impossibilità di soddisfare i bisogni primari con le proprie risorse o con l’aiuto di una rete solidale.
  • Invalidità al lavoro: L’impossibilità di lavorare, totale o parziale, a causa di un’invalidità fisica o per mancanza di opportunità lavorative adeguate, è un requisito fondamentale per ottenere gli alimenti.
  • Condizioni patrimoniali: Il giudice valuta tutte le risorse economiche dell’alimentando, compresi i redditi derivanti da beni immobili, per determinare se sussiste lo stato di bisogno.

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POLIZZA ASSICURATIVA DECENNALE POSTUMA DEL COSTRUTTORE – Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Sentenza n. 1909/25 del 27.01.25

POLIZZA ASSICURATIVA DECENNALE POSTUMA DEL COSTRUTTORE

Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Sentenza n. 1909/25 del 27.01.25

La polizza assicurativa decennale “postuma” di cui all’art. 4 del d.lgs. n. 122 del 2005 (che il costruttore di un immobile da costruire ha l’obbligo di stipulare a beneficio dell’acquirente o promissario acquirente a copertura dei danni di cui sia tenuto sia responsabile ai sensi dell’art. 1669 cod. civ.) ha natura di assicurazione contro i danni per conto di chi spetta, in forza della quale è attribuita al terzo assicurato (e, di massima, non anche al contraente) la legittimazione a far valere i diritti derivanti dal contratto, pur non potendosi aprioristicamente escludere, avuto riguardo alla specifica fattispecie, la valida ed efficace attribuzione – da verificarsi di volta in volta da parte del giudice del merito, tenuto conto delle concrete determinazioni contrattuali – di una legittimazione concorrente in capo al contraente, in deroga al disposto dell’art. 1891, secondo comma, cod. civ..

In particolare, avuto riguardo alla ratio della disciplina legislativa e all’interesse superindividuale sotteso alla stipulazione (che si ripercuote sulla causa del contratto), le parti, nell’esercizio dell’autonomia contrattuale, possono prevedere una legittimazione concorrente del costruttore-contraente a far valere i diritti derivanti della polizza senza peraltro potere escludere la legittimazione, piena e primaria, dell’acquirente-assicurato.

Sentenza Corte di Cassazione

COMPETENZA PER TERRITORIO PER I PROVVEDIMENTI CHE RIGUARDANO MINORI (ART. 473 BIS 11 CPC) – Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Sentenza n. 34422/24 del 25.12.24

COMPETENZA PER TERRITORIO PER I PROVVEDIMENTI CHE RIGUARDANO MINORI (ART. 473 BIS 11 CPC)

Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Sentenza n. 34422/24 del 25.12.24

Nell’individuare il luogo di residenza del minore, non assumono in sé rilievo la residenza anagrafica o eventuali trasferimenti contingenti o temporanei, atteso che nella individuazione in concreto del luogo di abituale dimora non può farsi riferimento ad un dato meramente quantitativo, rappresentato dalla prossimità temporale del trasferimento di residenza e dalla maggiore durata del soggiorno in altra città, essendo, invece, necessaria una prognosi sulla probabilità che la nuova dimora diventi l’effettivo e stabile centro d’interessi del minore, ovvero resti su un piano di verosimile precarietà o sia un mero espediente per sottrarlo alla vicinanza dell’altro genitore o alla disciplina della competenza territoriale. La residenza abituale del minore al momento della domanda, quale criterio determinativo della competenza per territorio, è destinato ad affermarsi con prevalenza su quello di “prossimità”, offrendosi quest’ultimo ad una valutazione di strumentalità rispetto a spostamenti della residenza anagrafica o del domicilio del minore, a seguito del trasferimento del genitore con cui egli convive, che, effettuati in corso di causa, contraddicono quell’esigenza di certezza ed effettività della tutela giurisdizionale che all’affermazione della regola di competenza si accompagna.

Sentenza Corte di Cassazione

NOTIFICA A MEZZO PEC DI ATTI ESTRANEI ALL’ATTIVITA’ PROFESSIONALE – Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 1615/25 del 22.01.25

NOTIFICA A MEZZO PEC DI ATTI ESTRANEI ALL’ATTIVITA’ PROFESSIONALE

Corte di Cassazione, Sez. Prima civile, Ordinanza n. 1615/25 del 22.01.25

L’indirizzo risultante dal registro INI-PEC, attivato dal destinatario con riferimento ad una specifica attività professionale, può essere utilizzato anche per la notificazione di atti ad essa estranei, poiché nei confronti dei soggetti, obbligati per legge a munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata, la notifica si ha per perfezionata con la ricevuta di avvenuta consegna, non essendovi un domicilio digitale diverso per ogni singolo atto.

Ordinanza Corte di Cassazione

RISPETTO DEI PRECEDENTI GIURISPRUDENZIALI – Corte Costituzionale sentenza n. 203/24 del 17.12.2024

RISPETTO DEI PRECEDENTI GIURISPRUDENZIALI

Corte Costituzionale sentenza n. 203/24 del 17.12.2024

La Corte costituzionale – pronunciando sulla questione di legittimità costituzionale dell’art. 2 del d.lgs. n. 159 del 6/9/2011, ma affermando un principio trasversale a tutte le giurisdizioni superiori ha rilevato che: “il tendenziale rispetto dei propri precedenti – unitamente alla coerenza dell’interpretazione con il testo delle norme interpretate e alla persuasività delle motivazioni – è, per le giurisdizioni superiori, condizione essenziale dell’autorevolezza delle loro decisioni, assicurando che i criteri di giudizio utilizzati restino almeno relativamente stabili nel tempo, e non mutino costantemente in relazione alla variabile composizione della corte”.

Sentenza Corte Costituzionale

RC AUTO: GIUDICATO TRA DANNEGGIATO E DANNEGGIANTE – Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Ordinanza n. 33130/24 del 18.12.24

RC AUTO: GIUDICATO TRA DANNEGGIATO E DANNEGGIANTE

Corte di Cassazione, Sez. Terza civile, Ordinanza n. 33130/24 del 18.12.24

In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile per la circolazione stradale, assicuratore e responsabile civile sono obbligati in solido verso il danneggiato per “solidarietà atipica“, non riconducibile ad una eadem causa obligandi, bensì rispettivamente all’obbligazione ex delicto per il responsabile ed all’obbligazione nascente dal rapporto assicurativo per la compagnia assicuratrice, sebbene con attribuzione ex lege al danneggiato dell’azione diretta verso l’assicuratore; ne consegue l’applicazione dell’art. 1306, comma 2, c.c., in forza del quale il giudicato intervenuto fra danneggiato e danneggiante non può essere fatto valere contro il terzo assicuratore, a meno che questi manifesti la volontà di avvalersene.

Ordinanza Corte di Cassazione